lunedì 27 maggio 2013

Cenni storici sulle chiese che custodiscono i candelieri durante l’anno

Chiesa di Santa Maria in Betlem

La chiesa è ubicata, con l’annesso convento dei frati francescani, in piazza Santa Maria. È dedicata alla Vergine Assunta in Cielo, patrona della città.

I frati francescani, custodi di questa chiesa, arrivarono a Sassari tra il 2° e in 3°decennio del XIII secolo. Avevano ricevuto in dono il Monastero di Santa Maria in Campulongu che in origine era appartenuto ai benedettini.

Il primo intervento consistente sia alla chiesa che al convento si ha tra il 1440 e il 1465 con l’aggiunta in stile tardo gotico di alcune cappelle laterali. Nel XVII secolo fu aggiunta l’abside semicircolare. Introno al 1800 la chiesa venne restaurata su un progetto del frate architetto Antonio Cano che introdusse elementi architettonici e decorativi in stile rococò e neoclassico; venne realizzata la cupola a pianta ellittica. Nel 1846 l’architetto A. Cherosu realizzò la torre campanaria a canna cilindrica, in sostituzione del campanile gotico-catalano a pianta ottagonale. La chiesa, a una sola navata coperta da volta a crociera, è scandita da paraste. La facciata è a capanna, in pietra arenaria.

La chiesa è sede della cappella di sette Gremi:
Gremio dei Sarti
Cappella di N.S. di Monserrato

Gremio dei Muratori
Cappella Madonna degli Angeli

Gremio degli Ortolani
Cappella N.S. di Valverde
 
Gremio dei Contadini
Cappella S. Giovanni Battista della Nebbia

Gremio dei Piccapietre
 Cappella N.S. della Salute
 

Gremio dei Falegnami
Cappella di San Giuseppe

Gremio degli Autoferrotranvieri
Il Gremio non partecipa alla faradda
 



Cattedrale di San Nicola

La cattedrale di San Nicola è la chiesa principale della città. Si trova nel centro storico, in piazza Duomo. È sede della cattedra dell’Arcivescovo metropolita dell’Arcidiocesi. Consacrata a San Nicola di Mira, è anche parrocchia.

L’esistenza di una chiesa dedicata a San Nicola risale al XII° secolo, la citazione in un documento monastico, il condaghe di San Pietro in Silki. Il tempio sorge in una realtà su un preesistente edificio paleocristiano, i cui resti sono visibili sotto l’attuale abside. La chiesa venne in seguito ricostruita nel XIII secolo in stile romanico-pisano.

Nel 1518 la chiesa venne rinnovata interamente in stile gotico-catalano e tra il XVII e XVIII secolo venne edificata la facciata in stile barocco. Sul fianco sinistro della cattedrale si eleva il campanile a base quadrata, sulla cui sommità si innalza una snella torretta ottagonale cupolata. L’interno della chiesa è a una navata divisa in due campate da arcate ogivali, lateralmente si aprono otto cappelle, due per campata, alle quali si accede attraverso archi a tutto sesto. Sull’altare maggiore in marmo, caratterizzato da due coppie di colonnine, è esposta l’icona della Madonna del Bosco del XIV secolo.

La chiesa è sede delle cappelle di due Gremi:

 Gremio dei Calzolai
Cappella Santa Lucia

Gremio dei Fabbri

Cappella Sant’Eligio

 
Chiesa di Sant’Agostino

È una chiesa parrocchiale situata in piazza Sant’Agostino. La costruzione inizia attorno all’anno 1574, mentre la facciata fu completata nel 1605 e in seguito vennero costruite le cappelle laterali, cinque per lato. La chiesa in stile gotico-catalano, è a pianta rettangolare, a una navata scandita da paraste con arcate ogivali che dividono l’aula in cinque campate. La cappella mediana sinistra è dedicata alla Madonna del Buon Cammino (patrona del Gremio dei Viandanti) e presenta volte a botta e abside semicircolare. Nella gemma della volta a crociera sul presbiterio è scolpita un’immagine della Madonna col Bambino.
La chiesa è sede della cappella del
Gremio dei Viandanti
Cappella Madonna del Buon Cammino

 
 
Chiesa di San Pietro in Silki
La chiesa di San Pietro è uno dei più antichi luoghi di culto di Sassari, annessa al convento dei frati francescani, è ubicata in una zona periferica della città e si affaccia in una vasta piazza accessibile da via delle Croci.

La fondazione della chiesa, in origine annessa ad una abazia benedettina, è compresa tra il 1065 e il 1082, citazione che si trova nel documento “condaghe di San Pietro di Silki”. L’edificio poi venne riedificato in stile romanico nel XIII secolo e completato tra il XV°e il XVII secolo. Il monastero passò ufficialmente ai Francescani nel 1467.

La chiesa presenta una facciata seicentesca in stile classico, l’interno è a pianta rettangolare, con quattro cappelle laterali. Il presbiterio ospita il fastoso altare maggiore in legno dorato al centro del quale vi è la nicchia che contiene la Madonnina delle Grazie. Nella chiesa vi è un organo a canne costruito nel XIX secolo dalla casa Tronci di Pistoia.

La prima cappella dopo l’ingresso è dedicata alla Madonna delle Grazie è di proprietà dell’antico Gremio dei Massai e ne ospita il suo antico candeliere che risale alla metà dell’ottocento.
Gremio dei Massai
Cappella Beata Vergine delle Grazie
 
 
 
 
Sintesi dell'ins. Giovanna Carta
 

La “Faradda”


Lorigine della “Faradda” risale al XIII secolo, ma soltanto verso il 1500 acquistò l’attuale significato. Infatti a Sassari c’era una grave epidemia di peste e morivano tante persone, anche intere famiglie. Allora si invocò l’aiuto della Madonna e poiché la peste finì, i Gremi e i governanti fecero un voto solenne: avrebbero offerto ogni anno alla Madonna cento libbre di cera. Questo voto fu fatto nel 1528 e nel 1531, con un’ordinanza, fu stabilito l’ordine di ingresso dei candelieri nella chiesa di Santa Maria.


La “faradda” continuò nonostante alcuni tentativi di sopprimerla in particolare nel periodo in cui in Sardegna c’erano gli Spagnoli e nei quattro anni successivi al 1848 quando fu imposta la sostituzione dei candelieri con dei ceri portati a mano. Nel 1856 fu ripresa la tradizione poiché ci fu una grave epidemia di colera. In seguito calò l’interesse nei Gremi stessi e alcuni non parteciparono per diversi anni alla discesa.

Dal 1955 al 2006 i Gremi, che la sera del 14 agosto partecipavano alla discesa, erano nove. Dal 2007, con l’inserimento del Gremio dei Fabbri, sono diventati dieci.

Il percorso della discesa si snoda lungo le vie del centro e i candelieri sfilano secondo un ordine prestabilito. Si radunano tutti in uno stesso punto e quindi iniziano la discesa guidati dal capo candeliere e compiono tante evoluzioni al ritmo dei tamburi; fra i portatori c’è quasi una gara per dimostrare la propria abilità. Davanti al Palazzo civico (vecchia sede del municipio) dove sono riunite le autorità comunali ogni candeliere rende omaggio alle autorità e poi prosegue la discesa verso la chiesa di S. Maria.


Il 14 agosto la città intera si riunisce per esprimere il suo ringraziamento alla Madonna Assunta e per ritrovare le proprie secolari usanze e radici.

Già dalla mattina i Gremi sono in fermento, sono impegnati tutti: famiglie dei gremianti e amici, a preparare e ad allestire il candeliere. Questo viene prelevato dalla cappella dove ha sede il Gremio e viene “vestito” vicino alla casa dell’Obriere di candeliere che quel giorno ricopre la carica più importante. Viene addobbato con le bandierine poste in cima al capitello fino a formare la corona; al centro svetta la bandiera che porta il nome dell’Obriere; viene ornato con rami di oleandro, rami di salice e i bora bora (composizioni di carta colorata).

Alla base del capitello si attaccano i nastri colorati e in ultimo vengono fissate le stanghe. Tutti i candelieri, una volta addobbati, vengono accompagnati dal ritmo del tamburo e, nel primo pomeriggio, vengono portati in piazza Castello dopo aver fatto una breve visita alla vicina Chiesa del Rosario. Il corteo segue scrupolosamente i regolamenti tramandati dal passato, che stabiliscono i luoghi, i tempi e le gerarchie nella discesa dei ceri.

La “faradda” ha inizio subito dopo la benedizione dei ceri e i primi a sfilare sono i Fabbri, seguono i Piccapietre, i Viandanti, i Contadini, i Falegnami, gli Ortolani, i Calzolai, i Sarti, i Muratori e i Massai cui spetta il compito di chiudere la sfilata.
Scendono lungo il corso Vittorio Emanuele, compiendo evoluzioni e balli al ritmo dei tamburi.
Ogni candeliere è seguito dai gremianti, disposti secondo l’ordine gerarchico, al vertice stanno l’Obriere Maggiore, l’Obriere di Candeliere che porta la bandiera piccola simbolo del Gremio.
I candelieri, man mano che scendono, si fermano davanti a Palazzo Civico (antica sede del Municipio) e porgono il loro saluto al Sindaco facendo ballare il proprio candeliere.
L’unico candeliere che osserva un rituale diverso è quello dei Massai, i cui gremianti, dopo aver fatto ballare il proprio candeliere entrano a Palazzo di Città e celebrano l’investitura del nuovo Obriere che riceve dal Sindaco il gonfalone della città ,e dopo il tradizionale augurio di “a zent’anni”, riprendono la discesa.
Quindi il Sindaco e la Giunta Comunale si uniscono al corteo. La sfilata prosegue per tutto il Corso e girano a porta Sant’Antonio verso Corso Vico per arrivare in piazza Santa Maria dove i candelieri, mano mano che arrivano, si dispongono a semicerchio sul sagrato della chiesa continuando a ballare finché tutti sono arrivati. A questo punto i candelieri entrano in chiesa secondo un ordine inverso rispetto alla discesa: il primo ad entrare e quello dei Massai e via via tutti gli altri. Vengono accolti dal padre guardiano del convento che consegna all’Obriere Maggiore un cero da donare alla Madonna mentre tutti i candelieri si dispongono ai piedi dell’altare maggiore.
 
La cerimonia si conclude con la preghiera di ringraziamento e la benedizione.
I candelieri rimangono esposti nella chiesa di Santa Maria otto giorni; poi vengono smontati e riposti nelle rispettive cappelle.

Testo dell'ins. Giovanna Carta

 

 

lunedì 13 maggio 2013

La costruzione dei candelieri

Le classi coinvolte nel progetto si sono cimentate nella costruzione dei candelieri in cioccolato plastico. Un'esperienza unica ed indimenticabile.

Ecco come abbiamo fatto:

Materiali:
 
Cioccolato plastico

Zucchero a velo

Coloranti alimentari

Acqua

Gelatina (colla per alimenti)

Pennarello per alimenti

Stuzzicadenti

Polistirolo

Tubi di cartone

Formine

Matterello

Attrezzi da pasticceria

Coltello in ceramica

Taglierina

Pennelli

Base girevole

Bicchieri

Piatti di plastica

A completamento del progetto sui candelieri con le maestre e con l’aiuto della nostra rappresentante di classe, la Sig.ra Maria Grazia Pillittu, abbiano costruito i candelieri che sfilano a Sassari il 14 agosto di ogni anno.

Il materiale più importante che abbiamo utilizzato è il cioccolato plastico perché è più morbido, facile da lavorare per ricoprire le varie forme degli oggetti. La forma dei candelieri è stata fatta con polistirolo (base e capitello), tubo di cartone per il fusto, attorno è stata messa la gelatina, una specie di colla usata dai pasticceri e poi tutta la forma è stata ricoperta di cioccolato plastico.
Per dare ai candelieri e il colore originale con pennelli e coloranti speciali li abbiamo dipinti.
Cristian ha disegnato la Madonna, che decora uno dei candelieri, usando uno speciale pennarello. Con i rimasugli del cioccolato abbiamo fatto le bandierine e i bora-bora che servono ad ornare la corona dei candelieri.
Per fare questo lavoro ci siamo impegnati molto ma ci siamo anche divertiti.
Ne è valsa la pena perché il risultato finale è ottimo.
Guardate le foto e stupitevi :-))

 


Post scritto dalle classi 2^B e 4^C con l'aiuto della maestra Giovanna Carta