giovedì 6 giugno 2013

Come si costruisce un tamburo


Giovedì 9 maggio siamo andati a casa di signor Angelino Russo che ci ha fatto vedere come si costruisce un tamburo secondo la tradizione sassarese.

L’occorrente per realizzare il tamburo è il seguente: lastra di ottone, cerchi di legno, corde di nylon (si dovrebbe usare il budello ma è troppo costoso), tiranti di corda, fascette di cuoio e pelle di capra e capretto (due pelli di capra per la parte superiore e una di capretto per la parte inferiore).
Dalla porzione di pelle utilizzata dipende il suono del tamburo che non è mai uguale perché sono realizzati artigianalmente.

Le fasi di lavorazione

Il signor Angelino dopo averci mostrato il materiale, lo ha costruito: prima di tutto ha piegato la lastra di ottone, ha inserito tre cerchi di legno nell’estremità superiore e altri tre nell’estremità inferiore e ha bloccato sia la lastra che le pelli.

 I cerchi di legno erano tre sovrapposti perché un solo cerchio sarebbe stato troppo rigido per piegarlo.
I cerchi avevano dei fori attraverso i quali passavano le corde di nailon. Su queste il signor Angelino ha inserito le fascette di cuoio che servono per regolare il suono del tamburo.

Infine ha suonato il tamburo facendoci sentire i diversi ritmi che accompagnano le processioni e la discesa dei candelieri.

Siamo stati sorpresi quando il nipotino di signor Angelino che ha solo due anni e mezzo ha suonato il tamburo perché è stato molto bravo. Infine ha chiesto anche a noi di suonare il tamburo e ci siamo divertiti.

Il signor Angelino ci ha detto inoltre, che per pulire le pelli si devono lasciare nell’acqua con un pugno di calce per circa otto giorni. La costruzione di un tamburo richiede circa un mese di lavoro ma il signor Angelino ci ha detto che il risultato finale, ripaga di tutto questo lavoro.


a cura dell'ins. Giovanna Carta e degli alunni della seconda B e quarta C

lunedì 27 maggio 2013

Cenni storici sulle chiese che custodiscono i candelieri durante l’anno

Chiesa di Santa Maria in Betlem

La chiesa è ubicata, con l’annesso convento dei frati francescani, in piazza Santa Maria. È dedicata alla Vergine Assunta in Cielo, patrona della città.

I frati francescani, custodi di questa chiesa, arrivarono a Sassari tra il 2° e in 3°decennio del XIII secolo. Avevano ricevuto in dono il Monastero di Santa Maria in Campulongu che in origine era appartenuto ai benedettini.

Il primo intervento consistente sia alla chiesa che al convento si ha tra il 1440 e il 1465 con l’aggiunta in stile tardo gotico di alcune cappelle laterali. Nel XVII secolo fu aggiunta l’abside semicircolare. Introno al 1800 la chiesa venne restaurata su un progetto del frate architetto Antonio Cano che introdusse elementi architettonici e decorativi in stile rococò e neoclassico; venne realizzata la cupola a pianta ellittica. Nel 1846 l’architetto A. Cherosu realizzò la torre campanaria a canna cilindrica, in sostituzione del campanile gotico-catalano a pianta ottagonale. La chiesa, a una sola navata coperta da volta a crociera, è scandita da paraste. La facciata è a capanna, in pietra arenaria.

La chiesa è sede della cappella di sette Gremi:
Gremio dei Sarti
Cappella di N.S. di Monserrato

Gremio dei Muratori
Cappella Madonna degli Angeli

Gremio degli Ortolani
Cappella N.S. di Valverde
 
Gremio dei Contadini
Cappella S. Giovanni Battista della Nebbia

Gremio dei Piccapietre
 Cappella N.S. della Salute
 

Gremio dei Falegnami
Cappella di San Giuseppe

Gremio degli Autoferrotranvieri
Il Gremio non partecipa alla faradda
 



Cattedrale di San Nicola

La cattedrale di San Nicola è la chiesa principale della città. Si trova nel centro storico, in piazza Duomo. È sede della cattedra dell’Arcivescovo metropolita dell’Arcidiocesi. Consacrata a San Nicola di Mira, è anche parrocchia.

L’esistenza di una chiesa dedicata a San Nicola risale al XII° secolo, la citazione in un documento monastico, il condaghe di San Pietro in Silki. Il tempio sorge in una realtà su un preesistente edificio paleocristiano, i cui resti sono visibili sotto l’attuale abside. La chiesa venne in seguito ricostruita nel XIII secolo in stile romanico-pisano.

Nel 1518 la chiesa venne rinnovata interamente in stile gotico-catalano e tra il XVII e XVIII secolo venne edificata la facciata in stile barocco. Sul fianco sinistro della cattedrale si eleva il campanile a base quadrata, sulla cui sommità si innalza una snella torretta ottagonale cupolata. L’interno della chiesa è a una navata divisa in due campate da arcate ogivali, lateralmente si aprono otto cappelle, due per campata, alle quali si accede attraverso archi a tutto sesto. Sull’altare maggiore in marmo, caratterizzato da due coppie di colonnine, è esposta l’icona della Madonna del Bosco del XIV secolo.

La chiesa è sede delle cappelle di due Gremi:

 Gremio dei Calzolai
Cappella Santa Lucia

Gremio dei Fabbri

Cappella Sant’Eligio

 
Chiesa di Sant’Agostino

È una chiesa parrocchiale situata in piazza Sant’Agostino. La costruzione inizia attorno all’anno 1574, mentre la facciata fu completata nel 1605 e in seguito vennero costruite le cappelle laterali, cinque per lato. La chiesa in stile gotico-catalano, è a pianta rettangolare, a una navata scandita da paraste con arcate ogivali che dividono l’aula in cinque campate. La cappella mediana sinistra è dedicata alla Madonna del Buon Cammino (patrona del Gremio dei Viandanti) e presenta volte a botta e abside semicircolare. Nella gemma della volta a crociera sul presbiterio è scolpita un’immagine della Madonna col Bambino.
La chiesa è sede della cappella del
Gremio dei Viandanti
Cappella Madonna del Buon Cammino

 
 
Chiesa di San Pietro in Silki
La chiesa di San Pietro è uno dei più antichi luoghi di culto di Sassari, annessa al convento dei frati francescani, è ubicata in una zona periferica della città e si affaccia in una vasta piazza accessibile da via delle Croci.

La fondazione della chiesa, in origine annessa ad una abazia benedettina, è compresa tra il 1065 e il 1082, citazione che si trova nel documento “condaghe di San Pietro di Silki”. L’edificio poi venne riedificato in stile romanico nel XIII secolo e completato tra il XV°e il XVII secolo. Il monastero passò ufficialmente ai Francescani nel 1467.

La chiesa presenta una facciata seicentesca in stile classico, l’interno è a pianta rettangolare, con quattro cappelle laterali. Il presbiterio ospita il fastoso altare maggiore in legno dorato al centro del quale vi è la nicchia che contiene la Madonnina delle Grazie. Nella chiesa vi è un organo a canne costruito nel XIX secolo dalla casa Tronci di Pistoia.

La prima cappella dopo l’ingresso è dedicata alla Madonna delle Grazie è di proprietà dell’antico Gremio dei Massai e ne ospita il suo antico candeliere che risale alla metà dell’ottocento.
Gremio dei Massai
Cappella Beata Vergine delle Grazie
 
 
 
 
Sintesi dell'ins. Giovanna Carta
 

La “Faradda”


Lorigine della “Faradda” risale al XIII secolo, ma soltanto verso il 1500 acquistò l’attuale significato. Infatti a Sassari c’era una grave epidemia di peste e morivano tante persone, anche intere famiglie. Allora si invocò l’aiuto della Madonna e poiché la peste finì, i Gremi e i governanti fecero un voto solenne: avrebbero offerto ogni anno alla Madonna cento libbre di cera. Questo voto fu fatto nel 1528 e nel 1531, con un’ordinanza, fu stabilito l’ordine di ingresso dei candelieri nella chiesa di Santa Maria.


La “faradda” continuò nonostante alcuni tentativi di sopprimerla in particolare nel periodo in cui in Sardegna c’erano gli Spagnoli e nei quattro anni successivi al 1848 quando fu imposta la sostituzione dei candelieri con dei ceri portati a mano. Nel 1856 fu ripresa la tradizione poiché ci fu una grave epidemia di colera. In seguito calò l’interesse nei Gremi stessi e alcuni non parteciparono per diversi anni alla discesa.

Dal 1955 al 2006 i Gremi, che la sera del 14 agosto partecipavano alla discesa, erano nove. Dal 2007, con l’inserimento del Gremio dei Fabbri, sono diventati dieci.

Il percorso della discesa si snoda lungo le vie del centro e i candelieri sfilano secondo un ordine prestabilito. Si radunano tutti in uno stesso punto e quindi iniziano la discesa guidati dal capo candeliere e compiono tante evoluzioni al ritmo dei tamburi; fra i portatori c’è quasi una gara per dimostrare la propria abilità. Davanti al Palazzo civico (vecchia sede del municipio) dove sono riunite le autorità comunali ogni candeliere rende omaggio alle autorità e poi prosegue la discesa verso la chiesa di S. Maria.


Il 14 agosto la città intera si riunisce per esprimere il suo ringraziamento alla Madonna Assunta e per ritrovare le proprie secolari usanze e radici.

Già dalla mattina i Gremi sono in fermento, sono impegnati tutti: famiglie dei gremianti e amici, a preparare e ad allestire il candeliere. Questo viene prelevato dalla cappella dove ha sede il Gremio e viene “vestito” vicino alla casa dell’Obriere di candeliere che quel giorno ricopre la carica più importante. Viene addobbato con le bandierine poste in cima al capitello fino a formare la corona; al centro svetta la bandiera che porta il nome dell’Obriere; viene ornato con rami di oleandro, rami di salice e i bora bora (composizioni di carta colorata).

Alla base del capitello si attaccano i nastri colorati e in ultimo vengono fissate le stanghe. Tutti i candelieri, una volta addobbati, vengono accompagnati dal ritmo del tamburo e, nel primo pomeriggio, vengono portati in piazza Castello dopo aver fatto una breve visita alla vicina Chiesa del Rosario. Il corteo segue scrupolosamente i regolamenti tramandati dal passato, che stabiliscono i luoghi, i tempi e le gerarchie nella discesa dei ceri.

La “faradda” ha inizio subito dopo la benedizione dei ceri e i primi a sfilare sono i Fabbri, seguono i Piccapietre, i Viandanti, i Contadini, i Falegnami, gli Ortolani, i Calzolai, i Sarti, i Muratori e i Massai cui spetta il compito di chiudere la sfilata.
Scendono lungo il corso Vittorio Emanuele, compiendo evoluzioni e balli al ritmo dei tamburi.
Ogni candeliere è seguito dai gremianti, disposti secondo l’ordine gerarchico, al vertice stanno l’Obriere Maggiore, l’Obriere di Candeliere che porta la bandiera piccola simbolo del Gremio.
I candelieri, man mano che scendono, si fermano davanti a Palazzo Civico (antica sede del Municipio) e porgono il loro saluto al Sindaco facendo ballare il proprio candeliere.
L’unico candeliere che osserva un rituale diverso è quello dei Massai, i cui gremianti, dopo aver fatto ballare il proprio candeliere entrano a Palazzo di Città e celebrano l’investitura del nuovo Obriere che riceve dal Sindaco il gonfalone della città ,e dopo il tradizionale augurio di “a zent’anni”, riprendono la discesa.
Quindi il Sindaco e la Giunta Comunale si uniscono al corteo. La sfilata prosegue per tutto il Corso e girano a porta Sant’Antonio verso Corso Vico per arrivare in piazza Santa Maria dove i candelieri, mano mano che arrivano, si dispongono a semicerchio sul sagrato della chiesa continuando a ballare finché tutti sono arrivati. A questo punto i candelieri entrano in chiesa secondo un ordine inverso rispetto alla discesa: il primo ad entrare e quello dei Massai e via via tutti gli altri. Vengono accolti dal padre guardiano del convento che consegna all’Obriere Maggiore un cero da donare alla Madonna mentre tutti i candelieri si dispongono ai piedi dell’altare maggiore.
 
La cerimonia si conclude con la preghiera di ringraziamento e la benedizione.
I candelieri rimangono esposti nella chiesa di Santa Maria otto giorni; poi vengono smontati e riposti nelle rispettive cappelle.

Testo dell'ins. Giovanna Carta

 

 

lunedì 13 maggio 2013

La costruzione dei candelieri

Le classi coinvolte nel progetto si sono cimentate nella costruzione dei candelieri in cioccolato plastico. Un'esperienza unica ed indimenticabile.

Ecco come abbiamo fatto:

Materiali:
 
Cioccolato plastico

Zucchero a velo

Coloranti alimentari

Acqua

Gelatina (colla per alimenti)

Pennarello per alimenti

Stuzzicadenti

Polistirolo

Tubi di cartone

Formine

Matterello

Attrezzi da pasticceria

Coltello in ceramica

Taglierina

Pennelli

Base girevole

Bicchieri

Piatti di plastica

A completamento del progetto sui candelieri con le maestre e con l’aiuto della nostra rappresentante di classe, la Sig.ra Maria Grazia Pillittu, abbiano costruito i candelieri che sfilano a Sassari il 14 agosto di ogni anno.

Il materiale più importante che abbiamo utilizzato è il cioccolato plastico perché è più morbido, facile da lavorare per ricoprire le varie forme degli oggetti. La forma dei candelieri è stata fatta con polistirolo (base e capitello), tubo di cartone per il fusto, attorno è stata messa la gelatina, una specie di colla usata dai pasticceri e poi tutta la forma è stata ricoperta di cioccolato plastico.
Per dare ai candelieri e il colore originale con pennelli e coloranti speciali li abbiamo dipinti.
Cristian ha disegnato la Madonna, che decora uno dei candelieri, usando uno speciale pennarello. Con i rimasugli del cioccolato abbiamo fatto le bandierine e i bora-bora che servono ad ornare la corona dei candelieri.
Per fare questo lavoro ci siamo impegnati molto ma ci siamo anche divertiti.
Ne è valsa la pena perché il risultato finale è ottimo.
Guardate le foto e stupitevi :-))

 


Post scritto dalle classi 2^B e 4^C con l'aiuto della maestra Giovanna Carta
 

martedì 30 aprile 2013

Il Gremio dei Fabbri


Pur essendo un Gremio molto antico, è il Gremio che partecipa alla sfilata del 14 agosto con il suo candeliere solo da due anni, è quindi il candeliere più giovane e quello che scende per primo.


Statuto: tra gli statuti più antichi (1521)

Capella: è una delle cappelle leterali del duomo di San Nicola. 

Patrono: è Sant'Eligio (Sant'Oro) si festeggia  la festa grande il 1 dicembre.

Bandiera: è di damasco color cremisi (rosso fuoco), ha l'effige di Sant'Eligio.


Costume: cappa ner, pantaloni al ginocchio con calze nere, giacca nera aperta con quattro bottoni finti per parte e due bottoni in argento, è nero per gli anziani con fibbia in argento, camicia bianca senza colletto con pizzo e merletti (per gli anziani) nel collo e nelle maniche; cappello nero con falde ripiegate in sù e per gli anziani con fibbia in argento

Particolarità: il candeliere è di recente costruzione e di colore rosso fuoco e, diversamente dagli altri candelieri, rimane addobbato fino al termine della festività di Sant'Eligio (1 dicembre) 



Pubblicato da Elisa Sechi della classe 4^C

Sintesi dell'ins. Giovanna Carta e delle classi 2^B e 4^C

Il Gremio dei Calzolai

Statuto: redatto nel 1564 dopo la separazione  del Gremio dei Conciatori.

Cappella: in origine avevano la cappella nella Chiesa di Santa Maria ma si trasferirono definitivamente nella cattedrale di San Nicola.

Santo Patrono: il Santo Patrono è la martire siracusana Santa Lucia; la festa grande è il 13 dicembre e la festa piccola  in onore della Madonna dello Sposino è il 22 agosto.

 
 
 
 
 

Bandiera: di damasco di colore rosso  cupo, sul lato destro c'è  l'immagine di Santa Lucia, su quello sinistro c'è  il Proto Martire San Gavino.

Costume: indossano frac nero, camicia bianca,  papillon e guanti neri, hanno il corpetto rosso dello stesso colore della bandiera, feluca nera (cappello) di foggia francese.

Particolarità: il candeliere che partecipa alla sfilata è stato costruito nel 1924 dal falegname Salvatore Chessa ed è stato pagato 2000 lire .




La caratteristica che lo distingue dagli altri candelieri e che  intorno alla colonna centrale  ci sono quattro colonnine che uniscono il basamento al capitello.
Sulla parte anteriore del fusto ci sono i Martiri turritani, mentre nel retro ci sono i disegni degli attrezzi del mestiere: martello, cesoia per il cuoio, la tenaglia.

Pubblicato da Manolo Agri, 4^C
 
Sintesi dell'ins. Giovanna Carta e degli alunni delle classi 2^ B e 4^ C

martedì 23 aprile 2013

Il gremio dei Sarti

Statuto: viene redatto nel 1532.

Cappella: nella chiesa di Santa Maria.

Santo Patrono: è la Madonna Montserrat. La festa grande  avviene la seconda domenica di settembre, la festa piccola in onore di Sant' Omobono il 13 novenbre . 




Bandiera: di damasco giallo oro con sopra l'immagine  della Madonna di Monserrato. Nel puntale c'e'  una colomba in argento .
 
Costume: frac nero, camicia  bianca, guanti  e papillon neri, gilet  in broccato giallo e la spada.

Particolarità: il candeliere  dei  Sarti è il più caratteristico,   non ha addobbi  ma in alto ha  un braciere che ricorda sia l'antico cero votivo, sia  un ferro da stiro


 

Pubblicato da Manolo Agri, 4^C
 
Sintesi dell'ins. Giovanna Carta e degli alunni delle classi 2^ B e 4^ C

lunedì 8 aprile 2013

Il Gremio dei Muratori "Fabbrigamuri"


Statuto: viene rinnovato nel 928

Cappella: si trova nella Chiesa di S.Maria

Santo Patrono: la Madonna degli Angeli e si festeggia il 2 agosto (la festa grande). La festa piccola è il 22 luglio in onore di S. Maria Maddalena.













Bandiera: è di damasco celeste e riporta l'immagine della Madonna di S. Maria Maddalena

Costume: indossano il frac nero, camicia bianca e papillon nero, la sciabola

Particolarità: il candeliere dei muratori prima di arrivare a S. Maria sale verso Via Uzzeri ed esegue un ballo. Questo ricorda i giorni della peste quando da Porta Uzzeri uscivano i corpi dei morti di peste.
Il candeliere fa tre giri da una parte e tre giri dall'altra come quando fa la chiave quando chiude e apre la porta. Infatti i muratori erano coloro che detenevano le chiavi della città di Sassari.






Sintesi dell'ins. Giovanna Carta e degli alunni delle classi 2^ B e 4^ C

Il Gremio dei Viandanti


Statuto: nasce ufficialmente il 30 giugno del 1633 con il nome "Confraternidad de los viandantes"

Cappella: si trova nella Chiesa di S.Agostino

Patrono: la Madonna del Buon Cammino e si festeggia la seconda domenica di agosto (la festa grande con l'Intregu)





Bandiera: è di color rosso amaranto

Costume: il novizio indossa un "cugliettu", un gonnellino in pelle, elemento dell'antico costume di Sassari, una casacca di panno rosso, una camicia senza colletto, pantaloni neri al ginocchio, stretti da una fibbia d'argento, guanti bianchi e una cappa. 
L'eletto è colui che ha già ricoperto la carica di obriere maggiore, indossa la "ripiglia", giacca nera con pizzi nelle maniche chiuse ai polsi da bottoni in filigrana d'argento.
Sulla "ripiglia" c'è "lu fioccu", lungo fiocco colorato con ai lati il "tramezzu"di pizzo bianco. Hanno pantaloni e cappa e "lu briccu", cintura con fibbia d'argento adornata da ricami floreali.
L'obriere di candeliere ha la "butuniera", corpetto di damasco con motivi floreali chiusa da 18 bottoni in filigrana.
L' obriere maggiore invece ha la "ripiglia" e "lu rusciu" (una gorgiera) al collo , la spada e lo spadino, guanti bianchi e "lu sumbreru", copricapo usato dai tempi del cero del Settecento.











Sintesi dell'ins. Giovanna Carta e degli alunni delle classi 2^ B e 4^ C




domenica 7 aprile 2013

Gremio dei Massai

Il gremio dei Massai è il più antico e importante dei dieci Candelieri. Erano infatti i custodi e gli amministratori dei beni del nuovo libro del Comune di Sassari.

Erano i grossi proprietari terrieri dediti alla coltivazione dei cereali. I Massai avevano la propria Cappella nella chiesa di San Nicola, nel 1657 lasciarono la cattedrale e si trasferirono nella chiesa di San Pietro in Silki.

Statuto: redatto nel 1743.


Cappella: Santuario di San Pietro in Silki.

Patrono: la Madonna delle Grazie.

Bandiera: è di damasco bianco, sul lato destro è raffigurata la Madonna, su quello sinistro i protomartiri Turritani (Proto, Gavino e Gianuario). Contrariamente agli altri gremi, i Massai hanno solo la bandiera grande.

Costume: indossano frac nero, camicia bianca. guanti, gilet e papillon neri. L'obriere maggiore indossa guanti e papillon bianchi.
La spada è diversa per ciascuno dei gremianti; quasi tutte sono molto antiche. Infatti solo i Massai avevano diritto a portare la spada.


Insegne: il candeliere viene adornato di spighe e frutta. La festa maggiore è il 1° maggio; quelle piccola sono il 31 maggio e l'8 settembre.

L'intregu: una particolarità del gremio dei Massai è l'intregu, cioè il passaggio della bandiera del gremio dal vecchio al nuovo obriere maggiore avviene non durante la festa del Santo Patrono, ma lo si fa nel Palazzo di città (Teatro Civico) la sera della discesa dei candelieri davanti al Sindaco, con il tradizionale augurio "a zent'anni".





Il gremio dei Massai inoltre partecipa a Porto Torres durante la festa dei Santi Protomartiri turritani.

martedì 2 aprile 2013

Piccolo glossario dei Gremi


Obriere maggiore: è colui che porta la bandiera grande
Obriere di bandiera o di candeliere:  è colui che porta la bandiera piccola e che nell’anno successivo diventerà obriere maggiore.
Obriere di cappella: è colui che si occupa della cappella del Gremio
Intregu: è la cerimonia che avviene nella  festa del gremio, durante la quale il nuovo obriere maggiore entra in carica e prende la bandiera grande.
Bora bora: è una specie di pennacchio di carta colorata che viene usato per decorare la corona del candeliere e che il capo candeliere usa per guidarlo.
Lu babaru: è il bavero di pizzo bianco che caratterizza alcuni costumi e viene messo sulla giacca.
La cappa: è un lungo mantello di panno nero.
Lu briccu: è una fibbia in argento che sta al centro della cintura.
La ripiglia: è una giacca nera, con ricchi pizzi nelle maniche che sono chiuse nei polsi da alcuni bottoni in filigrana d’argento.
Lu fioccu: è un lungo fiocco con i colori del Gremio che viene messo sulla camicia.
Lu rusciu: è la gorgiera cioè un collare di tela finissima adorna di pizzi e ricami.
Lu tramezzu: è una specie di stola di pizzo bianco.
Lu sumbreri: è un copricapo di foggia spagnoleggiante che assomiglia a quello usato dai sacerdoti nel seicento.
Lu cugliettu: è un gonnellino di pelle.
Tamburinaggiu: è colui che suona il tamburo durante la festa del Gremio e durante la discesa dei candelieri.
Li vetti: sono dei lunghi nastri colorati di raso che ornano il candeliere. Sono attaccati alla corona e sono tenuti dai bambini.



Sintesi delle inss. Giovanna Carta e Giovanna Contu e dei bambini delle classi 2^B e 4^C

mercoledì 13 marzo 2013

I gremi a scuola

Il 28 febbraio scorso, tre esperti del Gremio dei Contadini, sono venuti nella nostra classe per darci delle informazioni precise che riguardano l'origine e la storia del Gremio dei Contadini.



In origini facevano parte della stessa corporazione anche i Pastori e i Massai; in seguito i Contadini si sono divisi formando un loro Gremio.

Si sono dati un loro statuto; hanno scelto come Patrono San Giovanni Battista della Nebbia che viene festeggiato il 24 giugno.

In quella occasione viene eletto l'obriere maggiore che rimane in carica un anno.

La cappella del gremio è a S. Maria dove viene conservato il candeliere.

Mentre raccontavano ci facevano vedere dei filmati che riguardavano la preparazione della festa in onore del Santo Patrono, la vestizione del loro candeliere, la diversità delle musiche e dei passi di danza eseguiti durante la festa del Patrono e la discesa dei candelieri.

Tutto ciò che queste persone ci hanno raccontato è stato molto interessante e per questo noi li ringraziamo.

Ci hanno anche invitato a visitare la cappella nella Chiesa di S. Maria e la sede del Gremio.

La mattina dell'8 marzo, accompagnati dalle insegnanti,siamo andati a S. Maria.

Ad accoglierci c'erano i Sig. Roberto Meloni, Costanzo Porcu, Lorenzo Sanna (gremianti), il ricercatore Bruno Lombardi e il Padre Guardiano della Chiesa Costantino Piras.

I gremianti ci hanno fatto sedere attorno alla cappella del Gremio, ci hanno vedere dov'è collocato il Santo Patrono e il candeliere che rimane spoglio fino al 14 agosto.



Padre Costantino ci ha raccontato la storia della Chiesa e l'origine della titolazione in S.Maria di Bethlem.

Da lì, a piedi, siamo andati alla sede del Gremio, in una via del centro storico: Via del Gran Condotto.

La sede, abbiamo scoperto, in origine era l'appartamento della famiglia Sanna, donato da questa al Gremio che in seguito ne ha fatto il museo e la sede.

Vi sono conservati documenti molto antichi, la bandiera piccola dell'obriere di candeliere e la bandiera grande dell'obriere maggiore,
gli abiti che indossano i gremianti, gli addobbi del candeliere, un tamburo molto antico, mentre le pareti erano tappezzate da foto antiche e recenti.




Oltre ai gremianti abbiamo avuto la sorpresa di trovare un vero "tamburinaggiu", Simone Faedda, che ci ha fatto sentire la diversità dei suoni che lui esegue per la festa del Patrono e la discesa dei candelieri.


La visita è stata veramente interessante perchè abbiamo scoperto molte cose nuove.

Vogliamo ringraziare di vero cuore i Sigg. Roberto Meloni Segretario del gremio, Costanzo Porcu obriere di candeliere, Bruno Lombardi ricercatore che ci ha anche fatto il grande regalo di inviarci i video che troverete di seguito. Inoltre vogliamo ringraziare Padre Costantino Piras dell'ordine dei Francescani Minori, padre guardiano di S. Maria, Lorenzo Sanna obriere di candeliere uscente e futuro obriere maggiore, che ci ha fatto visitare il museo del Gremio e il "tamburinaggiu" Simone Faedda.





Sintesi dell'ins. Giovanna Carta e dei bambini della classe 4^C

Gremio dei Contadini


Statuto: i Contadini detti anche "Zappadori" si costituirono come gremio nel 1803 in seguito alla separazione dai Massai

Cappella: hanno la cappella nella chiesa di S. Maria di Betlem

Patrono: il Santo Patrono è S. Giovanni Battista della Nebbia

Il colore della bandiera: la bandiera è di colore rosso, bordata da una gallona dorata. Al centro si trova il dipinto del Patrono.

Costume: il costume dei giovani è di foggia spagnolesca di fine '600, è caratterizzato da una mozzetta di pizzo bianco "lu babaru". Hanno una casacca di broccato nero con una passamaneria argentata, pantaloni al ginocchio, calze nere e guanti bianchi.
Gli anziani invece indossano il frac nero, camicia bianca, papillon e guanti neri. L'abito è completato dalla sciabola.



Le insegne: le insegne disegnate nel candeliere sono le forbici per potare e due tipi di falce (la rustaggia e la roncola). Il candeliere inoltre viene adornato di spighe di grano poste in cime alle bandierine; nel fusto invece pendono frutta e uva.

La discesa del candeliere dei Contadini occupa la quarta posizione.

La festa maggiore si celebra la domenica più vicina al 24 giugno, giorno della nascita del Santo Patrono.

Sintesi dell'ins. Giovanna Carta e delle classi 2^B e 4^C

lunedì 11 marzo 2013

Gremio dei Piccapietre

E' una delle corporazioni più antiche citata negli statuti sassaresi del 1294, erano intagliatori di pietre, scultori, minatori e scalpellini venivano chiamati "bocadores de cantones". Erano uniti ai muratori ma si staccarono intorno al 1856.

Statuto: si diedero uno statuto nel 1876.

Cappella: in origine avevano la chiesa di Sant'Anna, in seguito si trasferirono a Santa Maria nella Cappella di San Bonaventura.

Patrono: la patrona è la Madonna della Salute, scelta in seguito ad un'epidemia di colera.

Bandiera: è di damasco celeste.

Costume: i gremianti indossano il frac con il gilet nero, un papillon, una camicia bianca, dei guanti neri e una sciabola al fianco.

Le insegne: gli strumenti sono il piccone, lo scalpello e il martello.


Il candeliere dei Piccapietre è uno dei più giovani dei dieci; fu costruito dal falegname Antonio Cubeddu nel 1955. Questo candeliere è il secondo nella discesa e il penultimo ad entrare in chiesa.

Sintesi dell'ins. Giovanna Carta e delle classi 2^B e 4^C

giovedì 21 febbraio 2013

Gremio degli ortolani

Oggi, mercoledì 13 marzo, abbiamo avuto la fortuna di ospitare tre esponenti del gremio degli Ortolani che ci hanno illustrato, con l'aiuto di un video, l'interessante e antica storia del gremio. Ringraziamo per questa esperienza il Presidente Sig. Giovanni Ruiu, il prossimo obliere maggiore Sig. Giovanni Antonio Dettori e l'Eletto del Gremio Sig. Sergio Usai.
Ancora grazie mille!!!



Statuto: redatto nel 1786, il gremio è una delle più antiche corporazioni.

Cappella: in origine nella chiesa di San Francesco (rione Cappuccini) in seguito nella chiesa di Santa Maria.

Patrono: la Madonna di Valverde.
La festa grande in onore della Patrona, la Madonna di Valverde, viene celebrata nella prima domenica dopo Pasqua, detta "domenica in albis deponendis".
Le celebrazioni iniziano dal giovedì con la vestizione e l'esposizione ai fedeli del simulacro della Madonna.
Il pomeriggio del sabato i gremianti, vestiti con i tradizionali costumi, si recano nella chiesa di S. Maria per partecipare ai Vespri solenni e alla S. Messa.
La domenica mattina, durante la S.Messa solenne avviene l'investitura del nuovo obriere maggiore a cui l'obriere uscente consegna la bandiera grande con un rito caratteristico, chiamato "s'intregu".
Questo rito detto l'intregu è comune a tutti i gremianti, cioè avviene per tutti il giorno della festa del proprio Santo Patrono.

Il colore della bandiera: il colore è verde e al centro è dipinta la Madonna di Valverde.

Costume: l'abito varia a seconda della carica che ricoprono i gremianti. Il novizio (il nuovo entrato) nel gremio indossa l'abito nero con camicia bianca, gilet nero, cravatta nera, cappa e guanti neri.
L'eletto indossa la "ripiglia", con uno sbuco di pizzi bianchi nelle maniche chiuse ai polsi da bottoni in filigrana d'argento.
Al centro "spicca lu fioccu" un lungo fiocco verde con motivi floreali.
Ai lati si evidenzia "lu tramezzu", due strisce in pizzo bianco.

Anche l'obriere indossa pantaloni e cappa, completa il costume "lu briccu" (fibia d'argento).
L'obriere di candeliere, sotto l'abito indossa la "butunera" corpetto in raso nero chiusa da bottoni in filigrana d'argento.
L'obriere maggiore ha la "ripiglia" con "lu babaru" piccolo bavero in pizzo bianco, guanti neri e spadino.

Gli ortolani hanno due candelieri: uno molto antico (XVI secolo) conservato nella chiesa di Santa Maria e quello che viene portato in processione è stato realizzato nel 1988.

Il candeliere degli ortolani sfila al quarto posto.


Sintesi dell'ins. Giovanna Carta e delle classi 2^B e 4^C

venerdì 15 febbraio 2013

Gremio dei Falegnami

I membri del Gremio dei Falegnami erano detti "masthri di linna" o "masthri d'ascia" e si occupavano di carpenteria, scultura ed ebanistica. Hanno come patrono il santo falegname Giuseppe.

Il Candeliere dei Falegnami

Statuto: viene fatto nel 1896

Cappella: Santa Maria

Patrono: Santo Protettore San Giuseppe

Le insegne: attrezzi del mestiere (una sega, un martello, una squadra e una tenaglia)

Colore della bandiera: damasco azzurro; da un lato c'è l'immagine di San Giuseppe; dall'altro l'immagine della Sacra Famiglia (Maria, Giuseppe e Gesù). Sia sul puntale dello stendardo che di quello della bandiera piccola c'è una statuetta in argento, che raffigura San Giuseppe con Gesù Bambino in braccio e un giglio sulla mano.

Costume: frac nero, pantaloni neri, camicia bianca, gilet azzurro come l colore della bandiera. Ogni gremiante ha una spada semplice, mentre l'Obriere di candeliere e l'Obriere maggiore hanno l'elsa della spada finemente cesellata.


I falegnami presero parte, per la prima volta, alla discesa dei candelieri nel 1921, i realizzatori del candeliere furono i fratelli Clemente (componenti del gremio e titolari di un importante mobilificio).
Il candeliere dei falegnami è l'unico che ha raffigurato lo stemma di Sassari e occupa la quarta posizione nella sfilata. E' il sesto ad entrare nella chiesa di Santa Maria.

Sintesi dell'ins. Giovanna Carta e delle classi 2^B e 4^C

lunedì 11 febbraio 2013

I Gremi


I Gremi sono le antiche associazioni di arti e mestieri che si sono costituiti a Sassari nel tardo Medio Evo sull'esempio dei più importanti centri d'Italia e di Spagna.

Intorno al XVI e XVII secolo si dotarono di una cappella per le celebrazioni della festa e la sepoltura dei componenti del Gremio, ebbero inoltre statuti scritti per disciplinare sia l'attività professionale sia quella religiosa.

Figura importante è l'obriere maggiore, capo del Gremio che ha l'incarico di portare la bandiera emblema del Gremio e partecipa a tutte le processioni e manifestazioni ufficiali.

L'investitura avviene il giorno del Santo patrono.

La Festha Manna...


... la discesa dei candelieri: origine e storia.


La discesa dei candelieri risale alla fine del XIII secolo, quando Sassari era dominata dai pisani. Inizialmente la festa dell'Assunta, "14 agosto", veniva celebrata con l'invio nella città toscana di cera vergine in fusti di legno dal peso di 40 chili ciascuno.

La festa fu definita meglio nel cinquecento, quando a Sassari si verificarono numerose pestilenze che si ritennero concluse grazie all'intervento miracoloso della Madonna Assunta in cielo.

Gremi e governanti della città fecero solenne voto, in cambio della guarigione dalla peste, di offrire ogni anno alla Madonna dei ceri di 100 libbre (40 chili).


Secondo lo storico sassarese Enrico Costa, l'istituzione del voto risale al 1528; tuttavia il tutto venne disciplinato nel 1531 con un'ordinanza che stabiliva l'ingresso alla chiesa di Santa Maria di otto candelieri appartenenti alle maestranze e corporazioni principali (Gremi): agricoltori - massai - mercanti - sarti - calzolai - muratori - falegnami - pastori - ortolani - carrettieri.

Col tempo la processione religiosa assume toni sempre più popolari perdendo l'austerità e il rigore religioso.
Gli spagnoli cercarono nel 1694 di sopprimere questa festa; nel 1718 il consiglio civico deliberò di sostituire le colonne di legno con un unico cero di 5 libbre portato a mano dagli obrieri, ma il popolo non tollerò tutta questo e la tradizione continuò fino al 1848 recuperando l'antico rigore religioso.


Per 4 anni i Gremi non celebrarono il rito della discesa dei candelieri per contestare tutto questo, ma la tradizione riprese nel 1856 a seguito di un'epidemia di colera.
Con il modificarsi delle condizioni socio-economiche, furono gli stessi Gremi che persero interesse per i candelieri, alcuni Gremi si sciolsero come corporazioni e altri subentrarono, come  i viandanti che risalirono e i carrettieri.
I piccapietre nel 1955 chiesero e ottennero di realizzare un loro candeliere.

Dal 1979 in l'Intergremio ( è l'associazione che riunisce e coordina i 9 gremi, oggi 10) opera con lo scopo di far conoscere, tutelare e conservare intatta la tradizione che da oltre 7 secoli si ripropone.

Sintesi dell'ins. Giovanna Carta e delle classi 2^B e 4^C